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Scusatemi o mi dispiace

Fate voi. È solo un titolo.

Oggi non parlerò di merda.

Lo dico con il tono di chi lascia qualcosa di grave, come se la merda fosse un vizio, una colpa, una bestemmia.
Ma la verità è che la merda non si lascia. La merda siamo noi.
Solo che ogni tanto fa bene fingere il contrario. Per disintossicarsi dalla puzza, per sentire l’illusione del pulito.
Come chi smette di fumare per un giorno, giusto per dire di averci provato.

Quindi sì, oggi niente merda.
Niente fogna istituzionale, niente cloaca politica, niente diarrea culturale.
Oggi niente parole sconce. Niente verità maleodoranti. Niente sputi in faccia.
Solo un breve, educato, scusatemi.

Per cosa?
Per tutto. Per niente.
Per aver scritto troppo. Per non aver scritto abbastanza.
Per avervi servito la merda come se fosse caviale. E per averlo fatto col sorriso.

Oggi faccio silenzio.
Domani no. Domani ricomincio.
Perché la merda ritorna, sempre. E io con lei.
Ma oggi—oggi no.
Oggi mi pulisco la bocca e vi dico con un tono serio e colto, quasi rispettabile:
Scusatemi. O mi dispiace.

Ma poi capite da soli che non è vero.
Che è solo un altro modo per restare fedeli alla linea.

Carta Straccia

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