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Non è la verità a ucciderti. È il silenzio attorno

Verità fa più male da spenta

È quel fottuto momento in cui senti che c’è qualcosa che puzza di marcio ma tutti fanno finta di non sentire. E allora stai zitto pure tu. Ti spegni, ti pieghi, e lasci che la menzogna ti mangi da dentro come un topo in una scatola chiusa.

Guarda quell’uomo nell’immagine. Trafitto da una verità che non ha mai potuto accendere. Una fiaccola diventata lancia. Perché la verità se la spegni, non smette di esistere: ti trapassa, ti squarcia, ti fa sanguinare anche se nessuno guarda. Anzi, proprio perché nessuno guarda.

Ci educano così. A non dire. A non disturbare. A non rovinare la festa. “Meglio non parlarne”, “Non fare polemica”, “Tanto non cambia niente”. Frasi come sabbia nella gola. Ma intanto la bugia si fa sistema, si fa costume, si fa potere.

E noi ci stiamo dentro. Sorridiamo, lavoriamo, firmiamo contratti con il veleno dentro. E chi dice la verità diventa il problema. Il pazzo. Il ribelle. Il complottista. Il piantagrane. Perché la verità, quando rompe il silenzio, rompe anche le scatole. E il quieto vivere è la droga preferita del mondo moderno.

Ma c’è un prezzo. Sempre. Ogni verità non detta diventa un chiodo sotto pelle. E prima o poi esplode. In una crisi, in una malattia, in un urlo, in una guerra. Le verità non muoiono mai. Aspettano. E quando tornano, non bussano alla porta: sfondano.

Meglio una verità che brucia, che una menzogna che marcisce. Meglio gridarla oggi, che morire muti domani.

– Carta Straccia

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