
È nei palazzi del potere sacro, dove i cardinali fumano sul cadavere della fede e ti indicano l’abisso mentre ci sguazzano dentro. L’inferno è nei sermoni sulla purezza, vomitati da bocche che ingoiano oro, silenzi e peccati mai confessati.
E tu? Tu sei nato sporco. Te lo dicono da subito. Peccatore, colpevole, contaminato. Nudo e già condannato. Hai bisogno della Chiesa per redimerti, ti dicono. Ma non ti redimeranno mai, perché se guarisci non servi più. Ti vogliono genuflesso, terrorizzato, obbediente.
Ti dicono come amare, chi scopare, quando pentirti. E loro? Loro bruciano nella carne e ridono con la pancia piena. Benedicono guerre, proteggono i carnefici, accarezzano l’ipocrisia come fosse un agnello sacro. Si credono pastori ma sono porci in porpora.
L’immagine è un pugno in gola: il cardinale fuma, sornione, tra le fiamme. Non teme l’inferno, ci vive. È la sua casa. Perché l’inferno è un privilegio per chi comanda, un castigo solo per chi disobbedisce. Loro lo abitano, noi ce lo meritiamo. Secondo loro.
Se c’è un dio, è muto. Se c’è un Cristo, sta piangendo in un angolo. Perché il tempio è diventato bordello. E i santi sono travestiti da carnefici.
Siamo nati per bruciare, sì. Ma non perché peccatori. Perché ci hanno incendiato la verità, il corpo e il pensiero. E poi hanno detto che la colpa è nostra.