E sputargli in bocca – con parole educate, certo, ma sempre sputo è.
La Spagna, stavolta, ha fatto il miracolo: ha guardato in faccia Donald Trump, l’imperatore dei bulletti armati fino ai denti, e ha detto NO. No al ricatto. No al 5% del PIL in spese militari. No al gioco delle tre carte della NATO, dove si fa finta di parlare di difesa ma si sta solo ingrassando la pancia degli stessi quattro stronzi che vendono morte a rate.
Pedro Sánchez non è un santo, ma stavolta ha fatto quello che nessuno ha le palle di fare: ha difeso la sua gente. Ha detto che con quei miliardi ci si pagano ospedali, medici, scuole, insegnanti.
Ha detto che non si può affamare un popolo per compiacere il delirio bellico di un miliardario psicopatico che parla di pace mentre si accarezza il missile.
Trump ha risposto come risponde sempre: come un bullo da cortile che non ha mai preso uno schiaffo in faccia.
“Fate come vi dico o vi strozzo coi dazi.”
Ecco il punto: questa non è diplomazia.
Non è sicurezza.
Non è alleanza.
È racket. È estorsione. È mafia in giacca e cravatta con la bandiera americana cucita sul petto.
Ma la cosa più schifosa è che l’Europa – tutta – si è abbassata i pantaloni. Macron, Scholz, Meloni, Starmer: tutti lì a fare gli scolaretti davanti allo zio Sam.
Tutti pronti a svuotare le tasche dei cittadini per comprare bombe che non serviranno a nulla se non a far esplodere la nostra dignità, la nostra sanità, la nostra scuola, le nostre pensioni.
È ora di dirlo: questa gente non vuole difenderci.
Questa gente ci sta dissanguando.
Ci spaventa con la Russia, ci minaccia con la Cina, ci fa credere che il nemico sia fuori, quando invece il nemico è dentro.
Dentro le stanze dorate di Bruxelles.
Dentro le cabine militari del Pentagono.
Dentro i conti bancari delle multinazionali dell’industria bellica.
Il nemico siamo noi per loro.
Perché vogliamo vivere, mangiare, curarci, studiare.
E tutto questo costa.
E loro preferiscono comprare F-35.
La Spagna ha detto basta.
E noi?
Noi cosa aspettiamo?
Quante scuole chiuse ci vogliono prima che l’Italia dica no?
Quanti ospedali crollati?
Quanti ragazzi costretti ad andarsene perché qui non c’è futuro
ma solo un ministero della guerra e dell’ignoranza?
È ora di smetterla di pagare il bullo.
È ora di rompere le catene.
Non servono carri armati, servono insegnanti.
Non servono caccia supersonici, servono medici.
Non servono generali, servono lavoratori.
Questa non è pace. È colonialismo travestito.
E Trump è solo la maschera più grottesca di una verità marcia:
ci vogliono servi.
Noi dobbiamo diventare padroni della nostra dignità.
— Carta Straccia