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Brucia piano tanto mi hai gia ucciso

Un grido sporco e brutale dal cuore della redazione: “Carta Straccia” è la confessione disperata di chi scrive per non morire, sapendo di essere già morto. Un racconto feroce sul giornalismo venduto, la verità censurata e l’anima che brucia piano.

L’ho visto fumare davanti al giornale aperto, una tomba stampata su carta riciclata. La notizia era morta, il cronista pure. Gli occhi gli tremavano come le mani: cercava verità in mezzo alla pubblicità dei supermercati.

La redazione era un campo minato di sedie vuote e cervelli svuotati. Un tempo si scriveva per denunciare, ora si scrive per non morire di fame. Ma morire si muore comunque, solo più lentamente. Come un tizzone sotto le dita.

Carta straccia. Così chiamavano il nostro lavoro, e avevano ragione. Quello che una volta era voce adesso è solo eco. Sputiamo inchiostro, ma l’inchiostro non morde più nessuno. Fa solo macchie.

Il caporedattore? Un prete del nulla. Benedice ogni bugia col sorriso di chi ha venduto l’anima e ora vive col resto. Ti corregge gli articoli come se ti amputasse un dito. “Non possiamo scrivere questo, capisci? Gli inserzionisti… la linea editoriale… la sensibilità dei lettori…”

Sensibilità un cazzo. Questa gente compra la morte come compra il pane. Ma guai a chiamarla per nome. Bisogna usare parole morbide, che non offendano. Guerra diventa “crisi”, sfruttamento “opportunità”, disperazione “cronaca”.

E noi? Noi a scrivere la commedia dell’ipocrisia con la penna in una mano e il cappio nell’altra. Non ci serve più un editore per censurarci. Lo facciamo da soli, ogni volta che mordiamo la lingua per tenere il lavoro.

Poi torni a casa, accendi una sigaretta con le dita che odorano di fallimento, guardi lo specchio e non ti vedi più. Solo fumo. Solo cenere.

“Brucia piano”, dici alla carta. “Tanto mi hai già ucciso.”

Ma dentro qualcosa brucia ancora.

Una scintilla bastarda, una voglia di urlare contro il silenzio. Scrivere come si bestemmia. Dire la verità anche se fa male, anche se non la vuole nessuno. Forse soprattutto per questo.

Perché se proprio dobbiamo andare all’inferno, almeno andiamoci dicendo la verità.

– Carta Straccia

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