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E alla fine pure Cupido ha buttato l’arco

Non perché ha finito le frecce. Ma perché non ce n’è più uno da colpire che ne valga la pena.

Guarda le coppie oggi. Le vedi? Sembrano due che hanno fatto un mutuo insieme e si sono dimenticati di scopare.
Altro che amore. È logistica sentimentale. È condivisione della password Netflix. È cenetta su Instagram e silenzio tombale a letto.

Cupido li guarda, si accende una sigaretta e pensa: “Ma chi cazzo me l’ha fatto fare?”

È stufo della finta passione, quella che dura il tempo di un reel. Delle fighe rifatte e dei cazzi impauriti.
Della gente che dice “ti amo” come si dice “ci sentiamo dopo”.

Stufo di uomini col cazzo in mano e il cuore in banca. Di donne che non cercano amore ma solo un altro che non faccia più male.
Tutti con la corazza, tutti che vogliono figa ma senza il casino del sentirsi. Tutti a letto, nessuno nudo davvero.

Cupido si beve un whisky con un barista stanco quanto lui. Uno che l’amore l’ha visto morire in troppi bicchieri.

Gli dice: “Una volta bastava uno sguardo per far succedere il mondo. Ora la gente ha bisogno di tre psicologi, due profilattici e una playlist su Spotify.”

E sai che c’è? C’ha ragione.
L’amore oggi è diventato un fastidio. Una trattativa. Un algoritmo.
Scopare è più facile, ma scopare bene — con la testa, la pelle e le viscere — è roba per archeologi.

E dire “ti amo” senza vergognarsi è un atto rivoluzionario.
Perché qua la figa è ovunque, ma l’intimità è estinta.
E il cuore? Sta in terapia, mica tra le lenzuola.

Cupido si è rotto i coglioni.
E se anche l’angelo dell’amore lascia il bar, vuol dire che là fuori è rimasto solo chi beve per dimenticare qualcuno che non ha mai avuto davvero.

Carta Straccia

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