Eccolo.
Un dito in faccia a chi capita qui per sbaglio e già storce il naso.
Uno di quei nasi che annusano la merda ogni giorno ma si scandalizzano solo quando qualcuno glielo dice.
Benvenuto, caro lettore casuale.
Tu che passi da qui come da una vetrina sporca, convinto di essere migliore.
Convinto che la vita sia educazione, misura, “dare il buon esempio”.
Tu che non hai mai detto niente, non hai mai fatto niente, ma ti permetti di giudicare tutto.
Per te che ti indigni con la puntualità di un orologio rotto.
Che ti offendi se leggi una parolaccia, ma non ti sei mai incazzato davvero per un licenziamento, per uno sfratto, per un manganello in faccia a uno che manco conosci.
Per te che ti nascondi dietro parole come “moderazione”, “dialogo”, “buonsenso”.
Il buonsenso del servo, del tiepido, dell’intellettuale che legge titoli e crede di capire.
Se ti senti punto da questo dito, allora è tuo.
Se ti brucia, è perché hai la pelle sottile da conformista travestito da pensatore.
Questo gesto ti offende? Bene. È stato pensato per questo.
Il problema è quella massa informe a cui ti aggrappi per sentirti normale.
Quella maggioranza silenziosa che si nasconde dietro i cavilli, dietro le regole, dietro la scusa del “non è compito mio”.
Se ti sei mai chiuso in un’idea e ci hai dormito dentro come fosse una bara,
se hai mai fatto la spia con un sorrisetto complice,
se hai mai detto “eh ma anche lui…” per giustificare una vigliaccata,
se hai mai difeso l’ordine solo perché non avevi il coraggio del disordine,
questo dito è tuo.
Carta Straccia non ti deve niente.
Non deve essere gentile, non deve educarti, non deve piacerti.
Noi siamo qui per dire il contrario di quello che ti aspetti.
Per scrivere come si parla davvero,
per urlare quello che pensi ma non dici,
e per dire anche quello che tu non penserai mai,
perché hai il cervello messo in lavatrice.
L’offesa è la misura della verità che ti manca.
Questo dito è la nostra redazione.
È la nostra penna. È la nostra linea editoriale.
È Carta Straccia.
Elegante. Digitale. Impudente.
E profondamente contro di te, se non hai il coraggio di ammetterlo.