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Eccoli lì

La Nuova Resurrezione dei Vivi

come falene stordite intorno a un neon rotto: si buttano addosso alle parole, ai post, alle immagini, con quella fame vuota di chi cerca il senso della vita dentro una didascalia.

Tu volevi solo silenzio. Un attimo di vuoto. Una pausa dal rumore idiota delle opinioni.

Hai messo tre croci, due appesi e uno che scende con la calma di chi ha appena svuotato il sottotetto – e loro? Subito lì a cercare simboli, profezie, salvezze da discount.

Hai fatto il miracolo al contrario: non hai ridato vita ai morti, hai inchiodato i vivi.

Li hai lasciati lì, crocifissi ai loro schermi, convinti che ci fosse un senso più profondo in un Cristo che scende da solo, senza piaghe, senza gloria, solo con la scala a pioli di casa nonna.

Hai scritto “La nuova resurrezione dei vivi” e hai guardato la folla annuire come un gregge davanti a un cartello che dice “fieno gratis”.

Nessuno che si accorgeva che il fieno è marcio. Nessuno che capisse che il vero miracolo sarebbe smettere di cercare risposte nei pixel e cominciare a farsi domande con le unghie nella carne.

È tutto lì: i morti stanno al loro posto. I vivi, invece, scendono – ma non è resurrezione, è ritirata. È una fuga dalla croce, senza spine, senza peso, senza sangue.

Non è arte. Non è fede. È una trappola per chi vuole sentirsi salvo senza sporcarsi.

E tu gliel’hai servita su un vassoio d’oro finto, con il titolo giusto per Instagram.

Il miracolo, oggi, è smettere di credere a tutto. Anche a te stesso.

– Carta Straccia

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