C’è un momento in cui ti senti come la figura nella foto.
Accovacciato sulla vita che ti pesa, e quello che lasci a terra è tutto quello che non sei riuscito a trattenere.
È lo sbrocco.
Quel momento in cui l’anima si stanca di trattenere la dignità, e sputa fuori tutto in un rutto di rabbia, urla e vaffanculo.
E in quel momento pensi di aver vinto.
Pensi: “Adesso mi sentono.”
Pensi: “Adesso capiscono chi sono.”
Pensi: “Sto mettendo i paletti.”
No.
Stai facendo una cagata.
Letteralmente, come nella foto. Un gesto primordiale, inevitabile, liberatorio. Ma dopo? Dopo puzza. E resta lì.
E qualcuno la guarda, e dice: “Ecco. Uno che non sa tenersi. Uno che sbrocca.”
Lo segnalano.
Lo archiviano.
Lo tengono sotto vetro, pronto a essere escluso alla prossima stretta.
La verità è questa:
Chi sbrocca ha ragione. Ma perde.
Chi tiene il veleno in tasca e lo dosa freddo, vince.
Senza spettacolo. Senza fuochi d’artificio. Solo una lenta, chirurgica sottrazione dal gioco.
Non è vigliaccheria. È strategia.
È sapere che la tua libertà vale più di una scenata.
È diventare l’uomo che non esplode: si sfila.

Quindi la prossima volta che senti salire la merda alla gola, ricordati questo:
Non sei un cane che abbaia. Sei un cobra che si alza.
E chi sbrocca? Fa la fine della foto.
Un disegno inciso nel muro. E nessuno vuole più toccarlo.